La Via del Dr.Price

La Via del Dr.Price

Il Dr.Price, straordinario personaggio vissuto agli inizi del secolo scorso e praticamente sconosciuto in Italia. Il Dr Price aveva scoperto che i vari popoli del mondo rimanevano in salute fin tanto che seguivano la loro dieta tradizionale, ricca di alimenti freschi, naturali e poco manipolati. Soprattutto, il Dr Price insisteva sull’importanza del grasso, come elemento fondamentale per assimilare al meglio i diversi nutrienti e i fattori protettivi (vitamine, antiossidanti) per la salute.
La Via del Dr.Price

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In quegli anni erano presenti sulla terra popolazioni che non erano state ancora in contatto con la dieta moderna, quella dove abbondano prodotti ricchi di farine bianche, zuccheri raffinati, grassi vegetali (quali olio di semi di soia, olio di mais) e cibi in scatola (e oggi anche soia non propriamente fermentata).
Le malattie che oggi consideriamo “normali” quali quelle di origine cardio-vascolare, diabete, cancro, carie, e molte malattie croniche non erano affatto normali tra gli individui di queste popolazioni.
Per lungo tempo i dentisti americani si erano interrogati sull’origine dei “denti storti”. Poco tempo dopo la formulazione, da parte dei seguaci di Darwin, dell’ipotesi sull’origine genetica o comunque familiare delle malattie (corrente del Neodarwinismo), si era pensato che le malocclusioni potevano essere dovute all’ereditarietà di denti grandi da parte di un genitore e di ossa mascellari piccole da parte dell’altro; per cui il risultato di denti grandi dentro ossa piccole potevano essere denti disposti disordinatamente; da qui le malocclusioni.
C’era però qualcosa che non quadrava in questa ipotesi. Per far luce su questa faccenda (oltre che sull’origine dell’enorme frequenza di carie negli Stati Uniti) l’American Dental Association (l’associazione professionale dei dentisti americani), dopo la Prima Guerra Mondiale commissionò al Dottor Weston Price uno studio internazionale sul fenomeno denti cariati/denti storti.
La Via del Dr.Price
Indigeni nati da genitori che seguivano ancora la dieta
tradizionale. Si notino la mandibola larga e la dentatura perfetta.

La Via del Dr.Price
Indigeni nati da genitori che avevano abbandonato
la dieta tradizionale e consumavano invece gli alimenti
raffinati e processati dei coloni occidentali.

L’interesse per questo enigma era più che accademico: infatti nel corso delle visite mediche per l’idoneità al servizio militare effettuate negli Stati Uniti prima e durante la Prima Guerra Mondiale era emerso un dato preoccupante: la maggioranza degli Americani era non idonea a causa della loro catastrofica situazione dentaria. Ma siccome qualcuno doveva pur farla quella guerra, furono inviati in Europa un gran numero di individui al di sotto delle qualità fisiche minime del soldato idoneo, e ciò ebbe come esito prevedibile un costo (in termini di spese di assistenza medica e di numero di perdite umane) superiore a quello che avrebbe potuto essere.
Il Dr.Price era noto all’epoca come il miglior ricercatore americano in campo odontoiatrico. Nel giro di 10 anni dall’assegnazione dell’incarico effettuò uno studio sulla qualità dei denti e delle ossa facciali di 14 gruppi etnici non civilizzati; tra gli Europoidi studiò popolazioni svizzere delle Alpi e gli Scozzesi delle Isole Ebridi.

Il Dottor Price scoprì che:

tutte le popolazioni studiate erano nettamente superiori ai cittadini americani residenti nelle grandi città quanto a qualità dei denti, delle ossa facciali e del fisico in generale;
il numero di carie nei “non civilizzati” era spesso al di sotto del 5%, contro un’incidenza tra i cittadini americani spesso superiore al 90%, e questo senza alcuna forma di igiene orale da parte dei primitivi, ma soprattutto scoprì che: “popolazioni aborigene di tutto il mondo, da sempre sane nel corpo e nella mente, non appena venute in contatto coi cibi e le usanze dell’uomo bianco, cominciano a generare bambini dai denti storti e guasti, loro che questi guai non li avevano mai visti prima di allora”.
In quegli anni erano presenti sulla terra popolazioni che non erano state ancora in contatto con la dieta moderna, quella dove abbondano prodotti ricchi di farine bianche, zuccheri raffinati, grassi vegetali (quali olio di semi di soia, olio di mais) e cibi in scatola (e oggi anche soia non propriamente fermentata).
Le malattie che oggi consideriamo “normali” quali quelle di origine cardio-vascolare, diabete, cancro, carie, e molte malattie croniche non erano affatto normali tra gli individui di queste popolazioni.

Apparve chiaro che durante la fase di transizione tra
A) una vita caratterizzata dal consumo di cibi naturali tradizionali, dal contatto diretto con agenti fisici (acqua, vento, aria, raggi solari) e da una situazione sociale equilibrata,
B) una vita caratterizzata dal consumo di alimenti artificiali industriali, priva di contatto diretto con gli agenti fisici e accompagnata da eventi stressogeni sociali continui, subiti passivamente, all’interno di una popolazione si producono alterazioni del metabolismo i cui primi sintomi si avvertono già alla prima generazione sotto forma, tra altre manifestazioni, di disfunzioni della forma e della funzione dello scheletro della faccia e dei denti.

Come effetto pratico di questa ultima scoperta, il Dottor Price fu in grado di effettuare vere e proprie terapie ricostituenti in bambini gravemente ammalati e affetti da carie rampanti che vivevano negli orfanotrofi, riuscendo ad interrompere il loro decorso destruente sui denti e sulle caratteristiche maxillofacciali, e ottenendo normalizzazioni spettacolari del loro stato di salute generale.

Price si convinse che la dieta era fondamentale per la salute ed il benessere dei denti. Studiò così diverse diete. Alcune si basavano esclusivamente sul pesce, altre su prodotti animali e nessun tipo di vegetale o frutta, altre ancora comprendevano più cereali integrali e ortaggi. Alcune prevedevano frequentemente il ricorso alla cottura, altre meno. Tuttavia, una delle caratteristiche comuni di tutte le diete primitive era l’assoluta mancanza di cibi manipolati, conservati, pastorizzati, dolcificati, raffinati o in qualche modo privati delle loro caratteristiche di naturalità. Tutte contenevano prodotti animali e relativi grassi, a volte anche in quantità importanti. Le analisi sui campioni di cibo effettuate dallo Stesso rivelano che le diete primitive contenevano almeno quattro volte la quantità di minerali e di vitamine idrosolubili rispetto alla dieta occidentale. Il fatto più sorprendente è che queste diete contenevano almeno 10 volte più vitamine liposolubili, come la A, E, D, K derivate dai grassi animali, compreso il burro.
Secondo il Dr. Price, erano proprio le vitamine liposolubili, gli elementi nutritivi più preziosi delle diete degli indigeni. Li chiamò “attivatori”, perché erano fondamentali per assimilare tutti gli altri fattori presenti nei cibi, come proteine e minerali. “È possibile soffrire di gravi carenze di minerali anche se questi sono abbondantemente presenti negli alimenti, perché senza i fattori di attivazione liposolubili non possono essere utilizzati”. I cibi che fornivano all’uomo questi preziosi “attivatori liposolubili” si trovano nel burro, nelle uova, nella carne, nel pesce e nei grassi animali, compreso il lardo. Come si vede, per la gran parte, si tratta di cibi che in questi decenni sono stati, a torto, demonizzati per il loro contenuto di colesterolo e di grassi saturi.
Oltre alle già note vitamine liposolubili, nella dieta primitiva il Dr. Price aveva anche individuato un altro principio salutare, che chiamò “Fattore X”. Un fattore/attivatore estremamente potente nel catalizzare l’assorbimento intestinale dei minerali. Si trovava in alcuni cibi che i “primitivi” consideravano sacri, come diversi organi animali, soprattutto il fegato, l’olio e le uova dei pesci, il burro prodotto con latte di mucche che avevano pascolato in primavera e autunno mangiando esclusivamente erba a rapida crescita. Questo salutare fattore, sarebbe praticamente scomparso dai cibi moderni. D’altronde anche il grande Galeno (129 – 201 d.C.) ebbe ha dire: “Ogni animale che si nutre di erba, di foglie e germogli quando questi sono più rigogliosi, cresce più sano, s’ingrassa più facilmente ed è migliore per l’uomo da un punto di vista nutritivo”
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Un altro interessante aspetto che nota il dottore riguarda i lati caratteriali e spirituali degli individui di queste piccole popolazioni. Egli nota come questi siano sempre stati molto gentili e ospitali nei suoi confronti, e soprattutto come abbiano dimostrato di dare grande valore al rispetto per la natura e al prossimo vivendo in una dimensione molto più armonica rispetto alla nostra caratterizzata da stressanti ritmi frenetici e consumismo. Persone dotate quindi non solo di forza fisica, bellezza e salute, ma anche di forte personalità e intelligenza legate fra loro in una dimensione più spirituale e meno materialistica.
Riassumiamo dunque i tre parametri che secondo il Dottor Price fanno la differenza tra la salute e la disfunzione in un essere umano che cresce:

• la qualità dei cibi (naturali tradizionali contro artificiali industriali);
• il contatto del corpo con gli agenti fisici (acqua, vento, raggi solari) contro la insufficienza/assenza di contatto;
• la vita operosa e tranquilla in un contesto sociale a misura d’uomo contro la vita costellata dalla presenza di fattori stressogeni continui, subiti passivamente, in un contesto sociale alienante.

Il Dr.Price pubblicò le sue scoperte con un libro e numerosi articoli sulle più prestigiose riviste del settore odontoiatrico dell’epoca, e con centinaia di foto.
Stranamente a tali scoperte non fecero seguito provvedimenti sociali, economici e commerciali adeguati, e questo non perché i risultati di questi studi siano mai stati dimostrati non corretti; di fatto, non sono mai stati confutati. È come se fossero stati passati sotto silenzio, se ancora oggi dentisti e otorinolaringoiatri non ne hanno mai sentito parlare all’università.

IL LAVORO Del Dr.Price CONSULTABILE GRATUITAMENTE
http://gutenberg.net.au/ebooks02/0200251h.html

Forse cercando di cambiare la nostra alimentazione potremmo cambiare il mondo in cui viviamo.